CENSIMENTO INFORMATIZZATO DELL’ARCHITETTURA DEL NOVECENTO

Presentazione del 10/11/12 del Presidente dell’Ordine: Arch. Paolo Caggiano

Ringrazio innanzitutto i membri della Commissione 1 dell’Ordine degli Architetti, composta dai colleghi Maria Sole Gavazzi, Letizia Gelli, Fabiola Gorgeri, Silvia Leo, Micol Simoni e Gianni Tognazzi, che hanno lavorato per la realizzazione di questo progetto, la cui presentazione non vuole essere la conclusione di un lavoro, bensì un punto di partenza per successivi approfondimenti e perfezionamenti. Pertanto saremo grati a chi fornirà indicazioni, suggerimenti, osservazioni e segnalazioni utili a migliorare quanto e’ già stato compiuto.
La schedatura delle architetture e la proposta degli itinerari tematici costituiscono strumenti consolidati per la promozione della conoscenza del patrimonio edilizio; un rapporto più approfondito con le forme architettoniche e urbane può infatti svilupparsi attraverso il progressivo affinamento delle capacità di osservazione, che uno sguardo qualificato può promuovere, non solo presso gli addetti ai lavori, ma più in generale nei confronti della collettività, al fine di evidenziare il valore fondamentalmente sociale dell’architettura.
Il primo obiettivo di questa catalogazione è quello di introdurre un pubblico più vasto ad una attenzione meno “ distratta” al patrimonio del ventesimo secolo, a torto escluso dalla normale sfera di osservazione: con l’elaborazione di una serie di itinerari si vuol fornire uno strumento per far conoscere l’anima della città anche attraverso le sue più rilevanti espressioni del Novecento.
In secondo luogo si vuole indicare come problema urgente ed inalienabile quello della conservazione preventiva e dei necessari interventi di recupero di questa eredità edificata nel secolo scorso. Questo nostro intento si inserisce nell’ambito delle campagne di sensibilizzazione per la salvaguardia dei “ monumenti” più importanti a rischio di abbandono o demolizione: infatti molti edifici, diventati celebri all’epoca della loro costruzione, sono già stati distrutti oppure hanno inevitabilmente subito gli effetti del trascorrere del tempo.
Opere di grande valore, come la Stazione Ferroviaria di M ontecatini realizzata da Angelo Mazzoni nel 1937, la sede ex Enpas di Paolo Portoghesi del 1958, il mercato dei fiori di Gori, Ricci e Savioli e Brizzi o l’ex pretura a Pescia dello stesso Gori, per indicarne solo alcune ricadenti nel nostro territorio, si offrono come vittime sacrificali all’inesorabile attacco ambientale, sotto lo sguardo distratto della gente comune e di chi dovrebbe intervenire.
La difficoltà maggiore di questo lavoro è stata stabilire un criterio di selezione delle opere all’interno della vastità della produzione architettonica del periodo: se da un lato infatti una raccolta fortemente selettiva sarebbe incongrua, nemmeno la via diametralmente opposta può essere percorribile, poiché trasformerebbe il censimento nello specchio dell’universo inesauribile della pratica edilizia. Ne deriva che il taglio dei confini, all’interno di una stratificazione di manufatti eterogenei per tipologia, destinazione e caratterizzazione formale, diviene operazione estremamente ardua, impossibile da risolvere se non con un generale criterio di scelta soggettivo che ha incluso, non ultimo, il fattore della rappresentatività. Si è inserita una certa architettura perché sta per altre opere analoghe, non necessariamente di livello ad essa inferiore, o perché sta per un atteggiamento e un modo di operare più diffuso.
Il lavoro svolto prende origine e spunto da una precedente mappatura curata dal nostro collega Alessandro Suppressa nel 1990, che in questa occasione è stata aggiornata introducendo ulteriori opere ed architetti, integrata con l’illustrazione di una serie di itinerari tematici e potenziata con l’utilizzo delle attuali tecnologie informatizzate, così da permetterne una rapida consultazione.